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Proposez une note de presse sur ce jeuImpressive efforts with a few noticeable problems holding them back. Won't astound everyone, but is worth your time and cash.
Sulla carta The Last Worker sembra un gioco eccellente: uno scrittore caustico che vuole denunciare il male del capitalismo, un ottimo cast attoriale, un comparto audio e video ricercato, insomma, sembra non mancare nulla. Eppure all'atto pratico siamo di fronte ad un gioco bello ma non memorabile, che mette in scena delle meccaniche interessanti ma che non raggiungono mai il loro apice. Nemmeno la narrativa riesce ad essere incisiva fino in fondo ed è un gran peccato perché il livello del doppiaggio è davvero altissimo. The Last Worker va sicuramente giocato su PS VR2, piattaforma che lo rende l'esperienza più avvincente, ma al tempo stesso, se soffrite il movimento fluido mitigato dalla sola vignettatura, potreste non trovarvi così a vostro agio.
The Last Worker The Last Worker è un prodotto complesso da interpretare. Da un lato, l'estro creativo è palpabile, grazie all'intervento degli importanti nomi coinvolti nella direzione artistica, nella sceneggiatura e nel doppiaggio. Anche il particolare equilibrio ludico proposto dal team di sviluppo è intrigante e piuttosto originale. Dall'altro lato tuttavia, la sensazione è che Oiffy, Wolf & Wood Interactive abbia voluto fare forse troppo in rapporto ai mezzi disponibili. Non depone completamente a favore della produzione la sua volontà di parlare contemporaneamente al pubblico VR e a quello tradizionale, finendo per dover essere valutato come un prodotto a metà strada tra due mondi. Come titolo VR, il titolo ha indubbie qualità e può essere sicuramente consigliato come un'ottima esperienza immersiva. Viceversa, come produzione tradizionale, The Last Worker si perde in un sistema di controllo a tratti impreciso, in meccaniche ludiche semplicistiche e in una longevità piuttosto modesta. Il consiglio è comunque di dargli una possibilità: l'epopea di Kurt potrebbe lasciarvi un segno. PRO Direzione artistica firmata da Mick McMahon | Una storia contemporanea a metà tra accusa ed umorismo | La varietà di situazioni è molto piacevole | CONTRO Sistema di controllo a tratti impreciso | Le meccaniche ludiche son piuttosto basilari | Longevità modesta |
The Last Worker ist haarscharf keine mangelhafte Thema-Verfehlung geworden, eine bessere Zensur als „ausreichend“ kann ich aber leider nicht vergeben. Ich finde den Grafikstil mit Comic-Touch weder hochwertig noch irgendwie charmant und konnte aus den vielen Dialogen kaum Amusement ziehen. Viele Gags zünden nicht und die Geschichte trudelt uninspiriert aus, statt mich ernstlich zu packen oder betroffen zu machen. In puncto trostlose Arbeitswelt oder Kapitalismus-Dystopie war das 2020er Spiel Mosaic deutlich mehr auf den Punkt. Die einzelnen Spielmechaniken funktionieren zwar (ohne groß zu begeistern) – am Ärgerlichsten aber finde ich, wie ungelenk sie miteinander verwoben sind. Das Pacing des Abenteuers ist lausig: Dialoge gehen holprig in den Arbeitstag über, kleine Ladepausen nagen an einem flüssigen Erleben der Geschichte, plötzliche und nicht erklärte Ortswechsel verhindern, dass man das Gefühl hat, in einer Sinn ergebenden Spielwelt zu stecken. Als schnell vergessener Mix aus Lieferspiel und Schleicheinlagen geht The Last Worker in Ordnung, die Kombination aus unbefriedigender Story und zähem Spielfluss führt jedoch dazu, dass ich vom Erwerb abraten muss.
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