Everyeye.it

• PS5
• 6 / 10
• Italie

Edens Zero è un compito svolto apparentemente con poca passione e senza uscire dal seminato: un titolo pensato per i fan che conoscono già la storia, i personaggi e i loro poteri. Interessarsi all'opera di Mashima partendo dal gioco è difficile, perché la trama iper accelerata non consente di affezionarsi o empatizzare con nessuno, le location spoglie non hanno lo stesso mordente di quelle disegnate nel manga o nell'anime, e i personaggi sono come bambole da vestire come vogliamo solo per farle scontrare tra loro, senza però avvertire mai un senso di sfida. Se questo vi basta, in effetti ci sono un bel po' di costumi e "costumini" soprattutto (ma non solo) femminili, animazioni che li mettono in mostra a dovere e modelli dei protagonisti che li vestono alla perfezione. Quanto al gioco, però, di GDR c'è ben poco, e l'Action è svogliato e semplicissimo. Un vero peccato.

• SWITCH2
• 8 / 10
• Italie

• PS5
• 7.5 / 10
• Italie

WUCHANG: Fallen Feathers è un prodotto difficile da inquadrare. Se da una parte gli sviluppatori di Leenzee Games si sono attenuti sin troppo alla formula originale di FromSoftware, imitandone persino lo stile narrativo, dall’altra bisogna riconoscere al team cinese il merito di aver provato (in alcuni casi) a rimescolare le carte in tavola in materia di gameplay. Purtroppo non tutto funziona come dovrebbe, specie dal punto di vista tecnico, e per quel che concerne la curva di difficoltà, un po' altalenante. Ciò detto, siamo convinti che gli estimatori del genere sapranno apprezzarlo pur con tutti i suoi limiti.

• PS5
• 6.5 / 10
• Italie

La rimasterizzazione proposta da Bandai Namco dei primi due capitoli di Patapon, giochi diventati di culto e confinati ad una console caduta in obsolescenza, è il modo migliore per riscoprire il fascino di una saga che in passato aveva goduto di porting problematici: l'assurda ricetta ludica di Pyramid e Japan Studio, con il suo miscuglio di strategia e ritmo con elementi da gioco di ruolo, è ancora irresistibile nonostante la ripetitività che si annida alla base, anche a causa di una struttura ludica che dà il meglio di sé con sessioni di gioco brevi. Su questa collection pesa non solo l'assenza del terzo capitolo, sebbene la scelta sia comprensibile, ma anche la mancanza di aggiunte di spessore che avrebbero potuto suscitare l'interesse di un pubblico più vasto rispetto ai nostalgici della prima ora.

• PS5
• 6 / 10
• Italie

Shadow Labyrinth è senza dubbio un esperimento interessante, che parte da un’idea che vorremmo vedere esplorata più spesso: ammodernare un titolo del passato in maniera ragionata, ripescando le idee-chiave che hanno portato alla sua realizzazione ma calandole in un’impalcatura moderna. Peccato che la realizzazione non sia delle migliori: al di sotto dei gradevoli ammiccamenti alla storia di Bandai Namco c’è infatti un metroidvania derivativo, che sa di già visto in ogni suo aspetto. La navigazione dei labirinti è semplice, il combattimento privo di guizzi creativi, i potenziamenti del protagonista poco incisivi, e pure le idee originali non sono state implementate alla perfezione.

• SWITCH2
• 9 / 10
• Italie

In buona sostanza, Donkey Kong Bananza si presenta all'(attesissimo) appuntamento coi videogiocatori in una forma smagliante ribadendo ancora una volta la straordinaria abilità e la freschezza della visione artistica del team creativo capeggiato dal director Motokura, già assurto agli onori delle cronache per lo splendido Super Mario Odyssey. È un prodotto accessibile ma adatto anche a una platea più navigata, reso imprescindibile da una delle migliori implementazioni della distruttibilità ambientale mai viste in un videogioco su console. Se a questo aggiungiamo un racconto piacevole e capace di strappare più di un sorriso, una formula ludica solida e divertente e un comparto tecnico di assoluto pregio, il quadro risultante è quello di una nuova gemma scintillante nella ludoteca di Switch 2.

• PS5
• 8.3 / 10
• Italie

Tony Hawk's Pro Skater 3+4 è un appuntamento col passato da non perdere per chi è cresciuto a pane e skateboarding (sia apprezzato, sia praticato in prima persona). Poggia su un gameplay che non ha perso il proprio smalto, tolta qualche piccola incertezza legata allo Spine Transfer, e sa creare dipendenza con decine di skater selezionabili e gli iconici park che i ragazzi di Iron Galaxy ci hanno restituito in forma modernizzata. Il team ha rielaborato la carriera del quarto capitolo in modo non pienamente convincente, ma in compenso agli appassionati ha offerto nuovi livelli, una simpatica modalità online nuova di zecca e skater segreti all'altezza della situazione, il tutto su una base audiovisiva più che gradevole. Insomma, se siete fan del Birdman, amate il filone di THPS, o semplicemente volete avvicinarvi al mondo dello skateboarding badando più allo spettacolo che alla simulazione, questi grandi giochi restaurati fanno al caso vostro.

• PS5
• 8 / 10
• Italie

Arrivati alle battute conclusive di questa recensione, ci piacerebbe potervi dire che il secondo capitolo dell’ordalia apocalittica di Sam Porter Bridges ci ha rapito esattamente come il primo, che ancora una volta ci ha trasmesso tutto il valore e la potenza immaginifica del dolente universo costruito da Hideo Kojima. Purtroppo le cose non stanno così. Death Stranding 2 è un seguito riuscito solo a metà, che come un corriere stanco si affanna sotto il peso di un comparto narrativo inefficace e, a dirla tutta, dolorosamente cedevole. Pur non schierando in campo rivoluzioni, il gameplay dimostra una saldezza che, anche se non compensa del tutto le mancanze del racconto, quantomeno ne circoscrive gli effetti, regalando al giocatore una bouquet ludico ben assortito e valevole, che propone un diverso equilibrio fra dinamiche di consegna e di combattimento, riuscendo a valorizzare entrambi i volti dell’offerta. Siamo certi che non tutti apprezzeranno tale deriva, ma a parer nostro il profilo dell’esperienza trae beneficio dalla più rifinita alternanza fra “corda e bastone”. Nondimeno facciamo fatica a non considerare Death Stranding 2 uno dei pochi "passi falsi" - relativamente parlando - nella carriera di Hideo Kojima.

• PC
• 8.8 / 10
• Italie

In The Alters convivono tante anime. È uno strategico, un survival in terza persona e un action. È un titolo dalla forte impronta narrativa, con una trama emozionante e dei personaggi di grande carisma, ma ha anche una formula ludica efficace e dei loop di gameplay granitici. Quasi tutto, nel gioco, ha un senso: la storia, che pure riprende i temi classici della fantascienza occidentale, risulta godibile e tiene con il fiato sospeso fino alla fine; le fasi gestionali all’interno della base sono appaganti e spingono a una gestione oculata del (poco) tempo e delle (tante) risorse disponibili, da dividere saggiamente tra obiettivi principali e piacevoli quest secondarie. Lasciano l’amaro in bocca solo le fasi di esplorazione in esterna, nelle quali 11 Bit paga la sua specializzazione più che decennale in generi dove l’avventura e l’azione sono solo elementi di contorno - quando non del tutto inesistenti.

• PS5
• 7.5 / 10
• Italie

Elden Ring Nightreign è un progetto fatto di luci e ombre. Da un lato troviamo l'ottimo organismo ludico di Elden Ring, efficacemente trasposto in un contesto da roguelite cooperativo senza perdere un'oncia del suo scintillante smalto, un cast di personaggi convincente e un'ampia selezione di nuovi boss. Per eliminarli tutti, a tal proposito, ci vorranno almeno 30 ore, con un'oscillazione al rialzo o al ribasso a seconda dell'abilità del team. Dall'altro lato, invece, ci sono ingenuità contenutistiche e di bilanciamento che impediscono alla nuova opera di ambire alle medesime vette di eccellenza toccate dal titolo del 2022 e dal suo DLC, Shadow of the Erdtree. Siamo consapevoli che con un programma di aggiornamenti ben definito nelle prossime settimane potremmo trovarci al cospetto di tutt'altra esperienza ma, almeno per il momento, possiamo parlare di un gran bell'esperimento riuscito a metà.

• PC
• 8 / 10
• Italie

Nonostante la volontà di rinnovare, F1 25 si inserisce con coerenza nel solco tracciato dai capitoli precedenti della serie e questo non è necessariamente un male. A dispetto delle tante novità annunciate e di un rinnovato impegno nella presentazione della modalità carriera, l'esperienza complessiva rimane in linea con quanto già visto negli ultimi anni. Le meccaniche di gioco sono familiari, il modello di guida è simile a quello delle ultime iterazioni del brand e il ritmo generale delle stagioni ricalca fedelmente quello consolidato. Le innovazioni introdotte - come My Team 2.0, le ristrutturazioni tecniche ed il nuovo capitolo di Braking Point - arricchiscono il pacchetto, ma non rivoluzionano in modo netto la struttura del gioco. Il risultato è un titolo solido e completo, che offre tante cose da fare per un'esperienza credibile e profonda, ma senza rappresentare un vero stacco rispetto al passato. F1 25 si conferma quindi un'evoluzione controllata, più che una rivoluzione, pensata per non deludere chi gioca con continuità alla serie e ne apprezza la formula ormai ben rodata.

• PC
• 7.5 / 10
• Italie

Deliver at all Costs, l'esordio sulle scene degli svedesi Far Out Games, si presenta come un'esperienza solida, capace di coniugare un gameplay votato all'azione più pura, una notevole distruttibilità ambientale e ambientazione retro con una buona dose di originalità, tutte lampanti indicazioni del talento cristallino della neonata compagnia di sviluppo di Gothenburg. Grazie anche a una scrittura convincente della storia e dei suoi personaggi, è un titolo che, pur con qualche limite, merita attenzione, specie considerando il prezzo a cui viene proposto (si parla di 29,99€ su PC, Xbox e PlayStation). Dispiace solo per qualche ingenuità sul piano strutturale e contenutistico che non gli permettono di aspirare alle vette qualitative che avrebbe meritato.

• PS4
• 7.5 / 10
• Italie

A sei anni dall’uscita del remaster di Onimusha: Warlords, la riedizione di Samurai's Destiny si presenta al pubblico come un’operazione sostanzialmente in linea con i caratteri del suo predecessore. Sì, il pacchetto risulta nel complesso più completo e rifinito, complice l’inserimento di qualche chicca in più, ma il valore generale delle proposta è fondamentalmente il medesimo. Si tratta dunque di un buon modo per riavvicinarsi alla saga in vista del nuovo capitolo, approfittando della godibilità di una ricetta ludica che, al netto delle rughe sul volto della produzione, è sorretta da meccaniche tuttora valevoli, a patto di affrontare il viaggio di Jubei con il giusto spirito.

• PS5
• 7.5 / 10
• Italie

Blades of Fire ha un grandissimo merito: è un gioco che innova. E lo fa con audacia, fin dai primi minuti della partita, con un sistema di combattimento tecnico e un crafting che richiede strategia e attenzione alle risorse, alle statistiche, ai nemici e alla progressione. Si tratta sicuramente della componente attorno a cui è stato sviluppato tutto il resto del gioco. E si vede: la cura riposta in tutto il resto è nettamente minore. O meglio, non è sempre all'altezza delle ambizioni del gioco: proporre una storia epica della durata di 60-70 ore, con un combat system diverso da tutti gli altri e un sistema di crafting mai tedioso. Mercury Steam non ha fallito: semplicemente, ha centrato solo in parte l'obiettivo.

• PC
• 7 / 10
• Italie

RoadCraft è un compromesso simulativo interessante, che coniuga grande attenzione al dettaglio dei modelli, dei tempi e delle ambientazioni, con il tentativo di massimizzare l'importanza del meccanismo di “compito - svolgimento - ricompensa”. Non serve rifornire di benzina i mezzi, né preoccuparsi che possano rompersi. È quasi più una “simulazione della fantasia di un bambino costruttore”, dove tutto è concesso e sperimentare è d'obbligo. Coinvolgendo altri giocatori online, distribuendosi i compiti e giocando “di ruolo”, si raggiunge l'apice ludico del titolo. Tuttavia, chi vive RoadCraft da solo noterà la natura ibrida non del tutto ralistica, né però “facilitata” a sufficienza. Il titolo di Saber si è rivelato comunque una macchina piuttosto efficiente.

• PC
• 6.5 / 10
• Italie

The Precinct ha tutto ciò che serve per mettere in scena un grande spettacolo, ma dimentica la cosa più importante: l'intrattenimento. Parte da un'idea intrigante e la sviluppa attraverso una struttura procedurale solida... che però comincia a scricchiolare troppo presto. La narrazione è ridotta all'osso, il mondo di gioco affascina ma resta in superficie, e il gameplay, pur con qualche intuizione brillante, fatica a rinnovarsi nel tempo. Eppure, non mancano momenti in cui tutto sembra funzionare: inseguimenti rocamboleschi, un sistema morale ben congegnato e quel pizzico di soddisfazione nel far rispettare la legge — almeno finché dura. Chi desidera calarsi nel tutore dell'ordine potrebbe trovarci qualcosa di interessante. Per tutti gli altri, The Precinct rischia di trasformarsi in un lungo, monotono, giro di pattuglia.

• PC
• 9 / 10
• Italie

Con Doom: The Dark Ages, id Software torna alle origini del Doom Slayer con una ricetta ludica a cavallo fra passato e futuro, che riprende alcuni dei lineamenti classici del franchise e li rielabora in accordo con i caratteri della nuova ambientazione, cercando di massimizzare l'intensità degli scontri e la profondità del gameplay. Gran parte degli innesti e delle revisioni funziona alla stragrande, e si fa matrice di un nucleo ludico quantomai appagante e sfaccettato. I passaggi che si allontanano in maniera più netta da questo cuore pulsante sono anche quelli più dissonanti, ma la media qualitativa dell'esperienza si attesta comunque su livelli elevatissimi. Sì, forse The Dark Ages è un prodotto meno organico del precedente Eternal, ma ci risulta impossibile svincolarlo dalla soglia dell'eccellenza.

• PC
• 8.2 / 10
• Italie

Revenge of the Savage Planet è una piccola perla. Non è un gioco che eccelle sotto un punto di vista particolare, ma un’esperienza fatta di tanti sotto-sistemi solidissimi, per quanto annacquati. Il combattimento non è tecnico, ma riesce comunque a convincere. Il platforming non presenta la complessità dei capolavori del genere, ma si fa comunque apprezzare. L’esplorazione non è raffinata, ma presenta comunque delle soluzioni argute e dei mondi vibranti. La trama non è nulla di che, ma è impreziosita da un umorismo che oscilla costantemente tra il nonsense e il black humor. Ed è proprio quest’ultimo a fare da collante per l’intera esperienza, trasformandola da un insieme di sistemi più o meno interconnessi tra loro in un titolo di spessore, che riesce a fornire una dozzina di ore (da raddoppiare, se volete esplorare tutto l’esplorabile) di sano e spensierato divertimento.