Gamabunga

Scrapland

6.5 / 10

XBOX
6.5 / 10
Italie

In ScrapLand l’apporto di American McGee è piuttosto visibile ed è facile notare come ogni classe di robot è tanto ben caratterizzata in ogni suo aspetto, da essere in realtà un mezzo per fare retorica della rispettiva categoria umana ed in definitiva, della società moderna, con tutti i suoi vizi ed i suoi mali. Vedere che, indipendentemente da dove si trovino, i robot non fanno altro che passare il tempo esercitando le loro specifiche abilità di furto alcuni e di intimidazione gli altri, all’inizio accresce il divertente senso di retorica, ma non passa molto che la cosa diventi semplicemente caos ed al divertimento si sostituisca la noia. Anche le missioni, che facciano parte o meno della storia principale, tendono in breve a divenire tutte uguali e la frequente necessità di eseguire un elevato numero di piccole missioni, che apparentemente non hanno nulla a che fare con la trama di gioco, prima di poter aggiungere un altro minuscolo pezzo al nostro puzzle, non porta altro che ulteriore noia. Purtroppo è inutile cercare del divertimento al di fuori del filone principale, dal momento che è possibile eseguire un ristrettissimo numero di azioni e forse l’unica attrattiva può essere costituita dalla possibilità di elaborazione delle navi. Inoltre l’esplorazione delle locazioni ha paradossalmente senso solamente negli interni, dove sotto indicazione del nostro amico “meccanico” è a volte possibile recuperare dei piani di costruzione, mentre è totalmente vanificata dall’assoluta mancanza di luoghi chiave od oggetti da ricercare, nelle seppur vaste ed intricate ambientazioni esterne. La modalità multigiocatore è un discreto incentivo al potenziamenti dei propri mezzi volanti, ma il limite dei due giocatori tramite split screen, piuttosto che una modalità per più giocatori tramite Live!, con la quale magari poter anche vendere le proprie navi, ne limita drasticamente la profondità e la fruibilità. In definitiva ScrapLand, per quanto sia dotato di un mondo ben caratterizzato, soffre pienamente dei problemi di gioventù di una software house al primo lavoro, con un comparto tecnico di qualità soltanto sufficiente e soprattutto con meccaniche troppo superficiali ed inflazionate per fare ancora notizia.