IGN Italie

• PS5
• 6.8 / 10
• Italie

Layers of Fear è indubbiamente bellissimo a vedersi, grazie all'ottimo lavoro svolto con Unreal Engine 5 (che era poi l'obiettivo dietro questa riedizione). Non guasta neppure l'idea della torcia, che permette un approccio meno frustrante ad alcune fasi del gioco nonché la possibilità di interagire meglio con i dintorni, nonostante di contro semplifichi le situazioni di tensione contro i nostri inseguitori. Dove tuttavia pecca, in impostazioni passate ma anche nell'inedita sezione della scrittrice, è nel fatto di volersi basare sempre sulle stesse soluzioni per creare tensione, ruotandole tra loro ma ricadendo alla fine in un loop molto prevedibile che penalizza l'atmosfera altrimenti ottima creata soprattutto dal sound design.

• PS5
• 9.5 / 10
• Italie

Final Fantasy XVI non è solo la prova che Square Enix è in grado di reinventare una saga immortale, e di farlo bene, ma il simbolo di una profonda maturità narrativa mai raggiunta prima. Il team Creative Business Unit III ha realizzato un eccellente lavoro di worldbuilding e attorno a esso costruito un'esperienza perfettamente coesa in ogni suo aspetto - al netto delle preferenze personali o della considerazione su cosa sia o meno un Final Fantasy. Il risultato è un gioco trainante dal punto di vista narrativo, forte di un cast azzeccatissimo di personaggi, della consapevolezza di cosa voglia dire costruire un mondo che vive e respira, e di un inglese britannico al doppiaggio che valorizza ulteriormente il tutto. Al suo fianco, un gameplay che riduce all'essenziale la componente GdR per offrire maggior spazio alla dinamicità di un sistema di combattimento che mutua da Devil May Cry ma, proprio grazie alla grandissima competenza di Suzuki, sa declinarsi e adattarsi a ciò che Final Fantasy XVI vuole essere: ne deriva un'esperienza adrenalinica senza essere frenetica, con un pizzico di tattica essenziale per capire come adattarsi alla situazione e trarne il meglio. Il focus sulla ricerca della build perfetta in base al giocatore è la ciliegina sulla torta di un sistema di combattimento bilanciato, accattivante e dotato della giusta curva di apprendimento. A chiudere, un comparto artistico ma soprattutto sonoro d'eccezione, dove il genio di Nobuo Uematsu è stato studiato, compreso, rielaborato per dare vita a una colonna sonora dal sapore originale e nostalgico al contempo. Final Fantasy XVI non è solo un degno capitolo della saga ma uno di quelli destinato a stare tra i suoi grandi e celebrarne la versatilità.

• PS5
• 8 / 10
• Italie

Non sarà ricordato come uno dei titoli migliori della serie ma F1 23 ha molte frecce al suo arco. Dal modello di guida fino alle bandiere rosse, Codemasters si è impegnata per rendere più accessibile e divertente la sua simulazione senza snaturarne troppo l'anima. Apprezzabile il ritorno della modalità Braking Point mentre l'aggiunta del'hub F1 World è la soluzione ideale per chi è alla ricerca di una sfida veloce e ama gareggiare online. Grafica, IA e modalità Carriera stanno invecchiando male e necessitano di una bella rinfrescata.

• PS4
• 8 / 10
• Italie

Con Dordogne continua a espandersi il filone di giochi che ci parlano del passato attraverso ricordi, oggetti e memorie. Il gioco è costruito con rara eleganza e sa prendersi i suoi tempi per curare al meglio la nostra immedesimazione, mentre saltiamo tra il presente di Mimi adulta e i ricordi di un'estate passata in Dordogna. Si poteva, e si doveva, sfruttare meglio il medium curando meglio le interazioni ludiche, ma l'esperienza offerta da Dordogne ha un bellissimo sapore agrodolce. Caldamente consigliato, soprattutto se avete anche voi da qualche parte degli oggetti che vi riportano indietro a quando eravate bambini.

• PC
• 8.8 / 10
• Italie

Harmony: The Fall of Reverie è senza dubbio l'opera più matura di DON'T NOD, sia in termini di scrittura sia di trama in sé: distaccandosi dalla formula del videogioco narrativo usata finora per adottare quella visual novel completa, impreziosita dall'implementazione di Augural, il gioco ci accompagna verso una spirale di eventi e temi molto attuali persino nella loro parte più fantastica - ovvero quella di Reverie. Il controllo solo parziale che abbiamo sugli eventi, la cui capacità di evolversi al di fuori della nostra volontà è interessante a dispetto degli esiti indesiderati cui potrebbe portare, offre l'imprevedibilità necessaria a dare alla storia quell'aura di dilemma che già ci ha accompagnato in giochi come Life is Strange: qui elevata ancora di più a potenza.

• PC
• 9 / 10
• Italie

System Shock non era un gioco adatto a tutti nel 1994 e non lo è nemmeno oggi in questa sua nuova forma, per quanto Nightdive Studios sia riuscita a rendere l'esperienza di gioco un po' meno spigolosa, grazie alla nuova grafica ma soprattutto a un'interfaccia e a dei controlli più moderni. Al netto dei cambiamenti, System Shock rimane fedele alla visione e al design del grande classico di Looking Glass ed è un gioco complesso e stratificato che non prende per mano il giocatore ma richiede di essere approcciato con attenzione, se si vogliono ottenere risultati. Sorprendentemente l'esperienza di gioco che era innovativa trent'anni fa riesce a essere altrettanto fresca e originale anche oggi ed esplorare Citadel Station rimane un'esperienza intensa e appagante come poche altre.

• PC
• 8.6 / 10
• Italie

L'attesa per ritornare a massacrare orde di demoni nel cupo mondo di Sanctuarium è finalmente terminata e Diablo IV è un gioco di ruolo d'azione appagante e divertente, oltre che pieno di contenuti e con una narrazione più articolata e interessante rispetto al passato. Non mancano alcuni difetti, tra cui un design dei dungeon un po' troppo ripetitivo e soprattutto la pervasività del level scaling che va a impattare negativamente sulla crescita del nostro protagonista impedendoci di farci sentire immensamente più potenti di quando abbiamo iniziato. Anche se non siamo di fronte al gioco perfetto, comunque il lavoro svolto da Blizzard unisce quantità e qualità in un mix che difficilmente può lasciare indifferenti, grazie a una presentazione di primissimo livello che poggia su valori produttivi mai visti prima nel genere, a una direzione artistica che ci riporta con successo alle atmosfere cupe dei primi due capitoli, a un gameplay viscerale e intenso, a tante opzioni con cui personalizzare il proprio avatar e cambiare il modo di affrontare la partita, che ne fanno un hack 'n' slash solido e convincente per chiunque voglia tuffarsi nell'azione e massacrare le legioni demoniache.

• PS4
• 6.5 / 10
• Italie

Tirando le somme, Amnesia: The Bunker è un gioco che promette più di quanto riesce a offrire: le consigliate sperimentazioni e capacità di adattamento cozzano contro l'evidente direzione imposta dagli sviluppatori, impedendo azioni banali a favore di altre che spingono a sfruttare in determinati modi quanto l'ambiente circostante ha da offrire. Le risorse sono fin troppo legate alla difficoltà selezionata, al punto che lo stacco tra facile e normale si percepisce in modo molto netto soprattutto nel suo obbligare il giocatore a una costante microgestione, anziché all'uso accorto o ingegnoso di quanto ha a disposizione. La bestia diventa facilmente origine di frustrazione, più che di ansia, o quantomeno rappresenta un blando ostacolo di cui sbarazzarsi in un modo o nell'altro anziché la costante minaccia che dovrebbe essere. Ogni passaggio chiave del gioco si risolve in continuo andirivieni tra le aree, un po' per mantenere il generatore acceso e un po' perché si deve trovare l'oggetto per proseguire - salvo poi scoprire che ne serve un altro ancora. Amnesia: The Bunker è il simbolo di una serie che ha già iniziato ad arrancare e dovrebbe trovare altre strade per evolversi, altrimenti il rischio è quello di ripetere gli stessi errori fino a un punto di rottura.

• PS5
• 9.5 / 10
• Italie

Capcom, negli scorsi mesi, ha fatto bene a non nascondere nulla di questo Street Fighter 6, dal momento che non aveva assolutamente niente da temere. Tra closed e open beta, è difficile che i giocatori interessati arrivino a questo day one senza sapere che cosa gli aspetta; eppure, per quanto non fosse affatto banale, la versione completa del gioco aveva ancora tanto da mostrare. Oltre al raffinato sistema di combattimento, composto da numerosi elementi che trovano il proprio equilibrio nella condivisione della stessa risorsa (l’indicatore Drive), Street Fighter 6 conta su una più che robusta squadra di tutorial, mini-giochi per favorire l’apprendimento delle tecniche di base e schemi di controlli alternativi per ogni necessità. Come se non bastasse, se siete amanti delle modalità giocatore singolo nei picchiaduro sappiate che Capcom non vi ha dimenticato: per quanto il World Tour abbia toni assurdi (e non abbia una storia propriamente da Oscar), regala numerose ore di gioco – ed era davvero molto tempo che non ero curioso di sapere il finale della storia di uno Street Fighter!

• PS5
• 5.5 / 10
• Italie

Se la componente ludica de Il Signore degli Anelli: Gollum fosse stata all’altezza di quella narrativa, che per inciso non sarebbe meritevole di un Booker Prize ma perlomeno non farebbe rivoltare nella tomba J. R. R. Tolkien, sarei stato qui a parlarvi di un’avventura in terza persona che avrebbe reso mediamente felici i fan della serie. Così non è stato, purtroppo, perché l’ultima iterazione videoludica dedicata a Il Signore degli Anelli si trascina dietro difetti ed errori che arrivano perfino a metterne in dubbio il senso di esistere, dal momento che l’avventura in terza persona di Daedalic Entertainment fatica a ingranare dal punto di vista del gameplay e della struttura di gioco. Ma più che dare colpa alla svogliatezza, strada non percorribile considerando che gli sviluppatori hanno dimostrato di aver studiato a fondo le opere tolkeniane e non solo, a emergere è stata più che altro la poca dimestichezza da parte degli sviluppatori con un genere diverso da quello delle avventure narrative. I solchi rugosi del comparto tecnico non addolciscono una situazione tutt’altro che perfetta, per quanto la caratterizzazione vocale e introspettiva di Gollum e Sméagol siano il vero “tesssoro” di una produzione apparsa fuori tempo massimo già quando venne presentato al pubblico.

• PS5
• 7.3 / 10
• Italie

Il mondo surreale e decadente di After Us è il suo punto di forza: nonostante non sia una produzione di grosso calibro, gli sviluppatori di Piccolo Studio sono stati dei maestri nell’utilizzare i mezzi a propria disposizione per creare delle composizioni visive d’impatto – che mostrano il fianco solo se ci si sofferma sul dettaglio. Il gameplay si basa su meccaniche non certo innovative, ma la concatenazione degli strumenti messi a disposizione al giocatore, unita a una certa libertà d’approccio concessa durante l’esplorazione, permette all’azione di assestarsi su un buon ritmo. Questa stessa libertà si ritorce contro al gioco nelle sue fasi conclusive (o meglio, nella loro assenza) e il reparto tecnico arranca un po’ nei passaggi più complessi, ma in generale si tratta di un’avventura che sa ripagare il giocatore delle (pur poche) ore concesse.

• PC
• 8 / 10
• Italie

Planet of Lana ha dalla sua un notevole impatto visivo, un’atmosfera misteriosa e fiabesca al punto giusto, un utilizzo eccellente dei colori e degli effetti sonori e un minimalismo di fondo tanto affascinante quanto ermetico (in senso buono). La sua forza sta soprattutto negli enigmi ben congegnati e impegnativi (ma mai frustranti) e nell’interazione tra Lana e Mui, mentre gli elementi platform risultano fin troppo semplificati e nei molti passaggi dove si corre e basta manca qualche guizzo di inventiva che avrebbe potuto renderli meno superflui e più interessanti.

• PS5
• 6.8 / 10
• Italie

Se avete voglia di mettere alla prova la vostra tenacia, Monster Menu: The Scavenger's Cookbook potrebbe essere un gioco a cui dare una chance. L'insieme di meccaniche di gameplay richiede tempo e una certa dedizione per essere compreso appieno, e di certo non potrete restare indifferenti se siete già stati ammaliati in passato da altri titoli simili del catalogo di Nippon Ichi Software. Peccato che, in tal senso, gli sforzi produttivi siano davvero ai minimi storici, con un comparto grafico appena sufficiente e una direzione artistica che, al di là del character design d’autore, è praticamente inesistente.

• PS5
• 7.5 / 10
• Italie

Benché non possa essere considerata la miglior esperienza videoludica dedicata agli intramontabili mattoncini, LEGO 2K Drive è un racing game senza infamia e senza lode che riesce comunque a incarnare dignitosamente lo spirito allegro delle tanto amate costruzioni colorate. L’apprezzabile caratterizzazione estetica del mondo di gioco fa però a sportellate con un modello guida non sempre impeccabile, laddove l’intelligenza artificiale fin troppo altalenante potrebbe far storcere il naso ai giocatori più esigenti, mentre il sistema di progressione della modalità storia non impiega molto a diventare un po’ troppo ridondante a lungo andare. Oltre a questi aspetti, la nuova proposta di Visual Concepts in salsa LEGO riesce tutto sommato a farsi volere bene grazie ai tanti contenuti offerti e la possibilità di creare e personalizzare una vasta gamma di veicoli. Il primo atto della collaborazione tra 2K Games e il marchio danese ha comunque portato avanti un paio di idee interessanti, sebbene il potenziale di LEGO 2K Drive sia stato limitato anche da una gestione dell'economia di gioco dai due volti, che si spera possa essere resa più equa quando il supporto post-lancio avrà ufficialmente il via dal mese di giugno.

• XSX/S
• 6.7 / 10
• Italie

Non mi sento di punire troppo severamente The Last Case of Benedict Fox, che rimane un titolo sicuramente di nicchia e non adatto a tutti, ma che dalla sua ha una bella atmosfera, un’esplorazione non facile ma soddisfacente ed enigmi tosti, pur peccando in due elementi di gameplay non proprio secondari in un metroidvania come combattimento e sezioni platform. Ne esce insomma un ibrido che non ha mantenuto tutte le ottime premesse suscitate in sede di anteprima, ma che riesce a superare agilmente la sufficienza e a offrire una longevità di tutto rispetto.

• PC
• 8.5 / 10
• Italie

Darkest Dungeon II rappresenta un'evoluzione del suo predecessore che modifica alcuni dettagli e ne migliora altri: lo stile è simile, i contenuti sono più estesi e il risultato finale è un'avventura a tinte horror capace di mettere a dura prova persino gli avventurieri più capaci. L'influenza piuttosto rilevante della componente casuale per molti valori potrebbe infastidire una parte dei giocatori, così come la trama messa in secondo piano rispetto al resto, ma nel complesso il nuovo titolo di Red Hook Studios è un gioco di ruolo tattico realizzato con maniacale cura per il dettaglio e una direzione artistica magistrale.

• PC
• 6.7 / 10
• Italie

Dopo la prova della demo del mese scorso, ero davvero curioso si scoprire come Stray Blade si sarebbe comportato sulla lunga distanza e purtroppo i pur apprezzabili sforzi del piccolo team di Point Blank Games non vanno oltre la piena sufficienza. Pur consigliando questo action adventure agli appassionati di soulslike che cercano un approccio un po’ diverso e più “leggero” al genere, non posso non rimarcare un combat system ancora un po’ acerbo, la modesta varietà dei nemici e uno stile visivo un po’ insipido, mentre l’esplorazione, il level design dei tre biomi e la narrazione più gradevole e approfondita del previsto risultano elementi decisamente apprezzabili

• XSX/S
• 6.5 / 10
• Italie

Redfall è il classico gioco che avrebbe avuto bisogno di alcuni mesi in più di sviluppo e che invece è arrivato sul mercato troppo presto. Non mi riferisco solo ai bug, ai glitch e alle prestazioni grafiche, ma anche a tutta una serie di elementi di gameplay che, oltre ad apparire in parte vecchi e superati, avrebbero necessitato di un lavoro di rifinitura ben più profondo (si pensi solo all’IA nemica). Per fortuna l’esplorazione, l’approccio libero agli obiettivi e la ricchezza del loot ci ricordano che dietro a tutto c’è Arkane, ma la loro implementazione è ben lontana da quanto visto e apprezzato in Dishonored, Deathloop e Prey e anche la modalità co-op online, seppur divertente, si porta dietro diversi limiti strutturali che lo rendono tutto tranne che indimenticabile.