IGN Italie

• PC
• 7.8 / 10
• Italie

Have a Nice Death si fa subito notare per i suoi disegni meravigliosi con cui dà vita a un mondo di gioco vivo (per quanto popolato da morti!) e interessante, che non è però solamente bello da vedere perché può contare pure su un gameplay solido e riuscito, che grazie ai suoi controlli precisi e reattivi ci mette di fronte a tanti combattimenti divertenti. Tuttavia ci sono diversi difetti che gli impediscono di fare un pieno salto di qualità, a partire da un bilanciamento del fattore casuale, delle armi, degli oggetti e dei potenziamenti un po' da rivedere e da una progressione che appare più ingessata rispetto per esempio a giochi come Hades, in cui la sensazione di compiere progressi era costante, anche dopo ogni fallimento, diversamente da quanto accade nel gioco di Magic Design Studios. I difetti ci sono, come detto, ma in ogni caso si tratta di un roguelite interessante e capace di regalare almeno qualche dozzina d'ore di divertimento, un gioco quindi che i fan del genere farebbero bene a tenere sott'occhio.

• PS5
• 7.6 / 10
• Italie

Road 96: Mile 0 può dirsi un tentativo discretamente riuscito di espandere un universo ricco di spunti riflessivi come quello portato alla luce da Digixart Entertainment nel 2021, ponendosi come un prequel dalla struttura più classica soprattutto per quel che concerne le meccaniche di gioco. Nel complesso la formula da avventura narrativa proposta per l’occasione funziona anche se con qualche limite attribuibile anche a una longevità piuttosto bassa, in cui i momenti da rhythm game ripresi da Lost in Harmony rappresentano la parte più riuscita di un gameplay in cui gli elementi interattivi sono perlopiù contestuali. Non si può fare a meno tuttavia di considerare Road 96: Mile 0 un piccolo passo indietro rispetto al capitolo che l’ha preceduto, principalmente a causa di una trama e relativi sviluppi alternativi che proprio non sono stati in grado di convincermi del tutto. La nuova produzione dello studio francese resta comunque un’esperienza capace di intrattenere, tanto da poter essere presa in seria considerazione soprattutto da chi si è lasciato ammaliare dalle storie di strada vissute in compagnia di Road 96.

• PC
• 7 / 10
• Italie

Se cercate qualcosa di simile a PayDay 2 come esperienza shooting da giocare in un’ambientazione metropolitana in stile GTA e con qualche condimento gestionale, Crime Boss: Rockay City potrebbe regalarvi qualche timida soddisfazione, soprattutto nella modalità Urban Legends, un’efficace via di mezzo tra la campagna in singolo e le partite veloci di Crime Time. Spiace però che l’esperienza da sparatutto non dica granché e che la trovata (più mediatica che altro) delle “vecchie glorie” hollywoodiane funzioni solo in parte, anche per colpa di un comparto grafico e di un doppiaggio sotto tono. In co-op, Crime Boss: Rockay City riesce a regalare qualche soddisfazione in più, mentre in singolo non si va oltre la sufficienza, soprattutto a causa di evidenti limiti a livello di IA, ripetitività delle missioni, stealth poco funzionale e gestione delle armi.

• PS5
• 8.7 / 10
• Italie

The Walking Dead: Saints & Sinners - Chapter 2: Retribution ha forse poco l’aria da sequel tout court e più quella da versione 1.5 del primo capitolo di tre anni fa, ma a ben vedere le novità non mancano (armi, crafting, missioni notturne, miglioramenti grafici) e la formula survival horror basata su risorse, esplorazione e combattimenti continua a essere tra le più avvincenti, realistiche e fisicamente impegnative nella scena VR odierna. Un approccio forse non per tutti (se siete neofiti della realtà virtuale, vi conviene iniziare con qualcosa di meno “traumatico”), ma tra i titoli della line-up iniziale di PS VR2 questo di Skydance Interactive è sicuramente tra gli imperdibili.

• PS5
• 9.3 / 10
• Italie

Resident Evil 4 dimostra ancora una volta la capacità di Capcom nel valorizzare una sua pietra miliare, andandone a limare meccaniche già a loro tempo funzionali. Ne esce un'esperienza fresca persino per chi conosce questo gioco a memoria, che viene privata di inutili eccessi per essere invece rifinita esattamente dove serve - sia in termini ludici sia narrativi. Nonostante l'impatto non sia lo stesso di un Resident Evil 2, che presentava un gioco diverso in tutto e per tutto rispetto all'originale, Resident Evil 4 si riconferma l'ottimo punto di rottura che è stato nel 2005, sebbene a questo giro non ci siano canoni da spezzare: sottolinea però come si possa sempre fare di meglio, persino con un gioco considerato (a ragione) un caposaldo. Sfidante senza essere proibitivo, inquietante e molto più coeso nella sua narrazione, è un ulteriore ottimo passo avanti mosso da Capcom in una strada che insegue un successo dopo l'altro.

• PS5
• 7.9 / 10
• Italie

È proprio il caso di dirlo, Shūhei Yoshida ci aveva visto lungo con Tchia, e oggi siamo qui a sottolineare l’amore spassionato di un videogioco verso la Nuova Caledonia e la sua affascinante cultura. A metà tra una versione in tono minore di The Legend of Zelda (Breath of the Wild e/o The Wind Waker, a voi la scelta) e quello che avrebbe potuto essere Windbound sotto l’ala protettiva di Sony, l’esotica avventura di Awaceb è un concentrato di situazioni di gameplay spesso già viste altrove ma comunque ben incastrate in un setting tropicale tutto da vivere. Al netto di una longevità risicata in termini di storia principale e un comparto tecnico non esente da pecche, Tchia resta un’esperienza di buon valore e che gli abbonati ai tier Extra e Premium di PlayStation Plus farebbero bene a non snobbare per nessuna ragione al mondo.

• PS5
• 8.8 / 10
• Italie

Labyrinth of Galleria: The Moon Society è un gioco che qualsiasi amante dei GdR e delle storie ben scritte dovrebbe aggiungere alla propria libreria: un dungeon crawler che si rivolge chiaramente a una nicchia specifica, risultando un po' spigoloso per il pubblico generalista, ma nondimeno pronto ad accogliere nuovi giocatori grazie a un sistema sì abbastanza complesso che tuttavia non è soverchiante se vi accordate al suo ritmo. Tante le scelte e gli approcci, che vi spingeranno a riflettere molto bene sulle vostre mosse. Forte di un'estetica molto gradevole e colorata, nonché di personaggi a modo loro memorabili, è un gioco riuscito sotto molti più aspetti di quelli che potreste aspettarvi.

• PS5
• 8 / 10
• Italie

Riguadagnata un anno fa la carreggiata dopo quella brutta gita fuori pista, il WWE di 2K tenta l'accelerata, riuscendo in quasi tutto quello che cerca di fare. Lo stile di gioco è più tecnico, il combat system più profondo, il roster ampio e la grafica migliore. Ci sono ancora un po' di cosucce da limare, ma la strada davanti è ora tutta dritta.

• SWITCH
• 8.2 / 10
• Italie

Già in fase di preview Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon mi aveva convinto e quelle sensazioni positive si sono ora confermate per l’intero gioco. Questo mix di enigmi, esplorazione e combattimenti immerso in un’atmosfera da favola dark sfrutta infatti bene l’elemento cooperativo, è piacevole dall’inizio alla fine (nonostante una partenza un po’ lenta), è graficamente ispirato e, nonostante qualche limite nei controlli e nella gestione della telecamera, è adatto a tutti, anche grazie alla possibilità di eliminare del tutto i danni subiti nei combattimenti. Certo, i debiti con Zelda e con tutto il filone degli action-puzzle “stilosi” non sono pochi, ma avercene di spin-off di questo livello.

• PS5
• 7.5 / 10
• Italie

Wo Long: Fallen Dynasty è un esperimento riuscito solamente in parte. Team Ninja fatica a trovare il giusto bilanciamento e, nel tentativo di renderlo più accessibile di un fin troppo punitivo Nioh, ottiene l'effetto opposto e dà al giocatore un senso d'invincibilità già dalle prime battute. Il sistema di combattimento dinamico e personalizzabile è senza alcun dubbio un, se non il, punto forte del gioco ma l'utilizzo dello spirito in sostituzione del mana fa sì che questi si possa rompere facilmente impostando le giuste stregonerie (o anche senza, se si è pronti di riflessi). La verticalità del level design risulta a volte un ostacolo e dà vita ad ambientazioni difficili da leggere o navigare, pur nella loro generale ristrettezza. La trama è accessoria, né sorprende che lo sia dati i precedenti con Nioh 2, ma c'è un filo meno di continuità rispetto a quest'ultimo, lasciando la sensazione di livelli e situazioni piuttosto disuniti tra loro. Ciò non toglie che Wo Long: Fallen Dynasty sia un gioco assuefacente, se volete cimentarvi in un'avventura che per una volta insegna al nemico cosa significa subire e basta.

• PS5
• 6.4 / 10
• Italie

Più che parlare di occasione sprecata o di aspettative disattese, Scars Above è un gioco che rispecchia in pieno i valori produttivi che attualmente Mad Head Games è in grado di offrire. Lo sparatutto in terza persona ad ambientazione Sci-Fi lascia a desiderare nella forma ma non troppo nel contenuto, proponendo un gameplay che va oltre la sufficienza e che ruota interamente attorno ad armi elementali ed effetti di stato da applicare ai nemici, a cui va aggiunto un buon sistema di progressione e alcune dinamiche di gameplay funzionali ma non così originali. Tutto il resto, dall’impianto narrativo al comparto grafico, mostra diverse lacune che nemmeno l’impegno profuso dallo studio di sviluppo serbo è riuscito a colmare.

• SWITCH
• 7.8 / 10
• Italie

Octopath Traveler II non raggiunge l'8 pieno semplicemente perché indulge un po' troppo negli errori del passato, soprattutto sul piano narrativo. Non sono da meno alcune farraginosità di gameplay e una difficoltà fin troppo punitiva in alcuni frangenti, nonostante le limature, ma il punto più dolente resta la narrazione disconnessa. Le singole avventure sono bellissime, però sono antologie in una storia che manca di coralità - che non ha una cornice in cui inserirsi. Un peccato, perché artisticamente e tecnicamente il secondo capitolo della saga fa un bel salto in avanti (per non parlare della musiche), ma sebbene il cosiddetto more-of-the-same non sia sempre da leggere in chiave negativa (come in questo caso dove certi aspetti è bene che siano rimasti così), non può nemmeno dirsi esente da critiche. Esattamente come il precedente, Octopath Traveler II è un gioco che si ama o si odia: difficile trovarsi nella via di mezzo.

• SWITCH
• 7 / 10
• Italie

Kirby non aveva probabilmente bisogno di questo ennesimo ritorno a Dream Land, soprattutto dopo che su Switch si è già visto Star Allies. Il gioco comunque funziona, senza scossoni o sorprese, ma con una dose di tradizione che può comunque risultare gradita. Kirby rimane una serie pensata principalmente per i giocatori alle prime armi e in questo senso Return to Dream Land Deluxe si comporta bene. Per tutti gli altri: tornerà anche il momento del Kirby sperimentale (o qualcosa che gli si avvicina).

• PS5
• 8 / 10
• Italie

Like a Dragon: Ishin! riprende un gioco di quasi dieci anni fa e lo porta ai giorni nostri in una veste grafica non proprio esaltante a livello di restyling e con alcune “rughe” strutturali e di gameplay che non vanno però intesi come limiti insormontabili. Anche perché non divertirsi in un gioco simile è quasi impossibile tra combattimenti solidi e vari, tonnellate di cose da fare, mini-giochi, dungeon da svuotare, missioni secondarie e un’ambientazione storica che non farà sussultare il cuore di tutti ma che, grazie anche a una trama ben scritta, è decisamente una boccata d’aria fresca rispetto agli altri capitoli della serie. Aggiungete una longevità potenzialmente spropositata, cut-scene spesso magistrali e un doppiaggio impeccabile e avrete un gioco di tutto rispetto che avrebbe però potuto beneficiare di un restyling più incisivo.

• PS5
• 8 / 10
• Italie

Atomic Heart ha un cuore (atomico) così grande da poter essere considerato molto più di un semplice sparatutto in salsa sovietica. L’opera prima di Mundfish accoglie nella sua generosità tante sfaccettature di gameplay che non si limitano al riempire di piombo gli orrori di Chelomey City e dintorni, bensì stimolano corpo e mente con puzzle ambientali anche originali, accompagnati da quella giusta dose di platforming che non guasta mai. Le molteplici possibilità di approccio ai combattimenti messe sul piatto ripagano la lungimiranza dei suoi creatori, la cui ammirevole ambizione ha però giocato un brutto scherzo nell’ambito di sezioni open world prive di carattere. Peccati di naturale giovinezza, un lavoro di rifinitura non eccezionale e alcune scelte di game design poco felici minano le qualità di uno shooter altrimenti quasi impeccabile. Per fortuna i passi falsi compiuti non oscurano più di tanto la carismatica visione sovietica di cui può gloriarsi Atomic Heart, il cui più grande pregio è quello di donare una ventina di ore di galvanizzante divertimento.

• PC
• 9 / 10
• Italie

Company of Heroes 3 è un ritorno in grande stile per l'amatissima serie di Relic, che è riuscita nel compito di rinnovare la sua opera senza snaturarla, mantenendo le solide fondamenta del gameplay ma arricchendole con nuove dinamiche di gioco e con varie migliorie. La più grande innovazione (e quindi se vogliamo il rischio maggiore per gli sviluppatori) era legata alla campagna italiana con la sua modalità di gioco che mescola turni e tempo reale in modo non troppo dissimile da quanto avviene nei Total War, ma pur non offrendo la complessità strategica della saga di Creative Assembly (o di altre serie) quello di Relic è un esperimento più che riuscito, che regala ai fan un nuovo modo di giocare Company of Heroes, uno in cui è possibile scegliere con più libertà come gestire le proprie strategie e iniziative. Siamo solo a febbraio ma la sensazione è che gli altri videogiochi di strategia dovranno impegnarsi parecchio se vorranno misurarsi ad armi pari con l'opera realizzata da Relic.

• PC
• 5.2 / 10
• Italie

Al di là di una veste grafica coloratissima, ispirata e molto piacevole, nonché a una certa immediatezza e facilità d’utilizzo che lo rendono un gioco senz’altro più accessibile per un neofita (e per chi fosse un po’ intimorito dalla complessità di certi gestionali), l’ultimo lavoro di Ubisoft Düsseldorf è purtroppo da considerare come un esperimento fallito. New Allies sembra non sapere bene che tipo di gioco vuole essere e rimane un po’ a metà fra le sue origini da city-builder stratificato e fra il tentativo di rinnovarsi avvicinandosi maggiormente allo stile di strategici in tempo reale come Age of Empires, ma il risultato tristemente è quello di non riuscire a convincere pienamente né come gestionale né tanto meno come RTS.

• PS5
• 8 / 10
• Italie

Il primo esperimento VR di Horizon può dirsi ampiamente riuscito: Call of the Mountain rappresenta un'ottima esperienza da vivere su PlayStation VR2 nonché uno dei migliori giochi con cui mettere alla prova le potenzialità del visore, sia dal punto di vista grafico, sia da quello meramente sensoriale. Peccato che il progetto di Firesprite e Guerrilla Games non riesca a bilanciare a dovere le fasi di esplorazione e di scalata delle montagne ai combattimenti, presenti in minor parte rispetto alle tante volte in cui dovrete arrampicarvi qua e là per raggiungere una nuova vetta. È un peccato, perché utilizzare l'arco, creare munizioni alternative e affrontare in combattimento le Macchine è divertente e appagante, mentre seppur affascinante nelle prime ore di gioco, le scalate finiscono per assomigliarsi un po' tutte anche quando si sbloccano nuovi strumenti, oltre a richiedere uno sforzo fisico non indifferente. Tutto sommato, Horizon: Call of the Mountain rappresenta uno dei migliori videogiochi con cui sperimentare le meraviglie della realtà virtuale su PS5, pur essendo un'esperienza abbastanza lineare e decisamente lontana dal concetto di "innovazione" rispetto ad altri giochi VR già esistenti sul mercato.