Notes de presse

• PC
• PS5
• XSX/S
• 78%
• Espagne

• PS5
• 7 / 10
• Italie

• PS5
• 7.8 / 10
• Italie

• PC
• 9 / 10
• Royaume-Uni

The most realistic and engaging instalment of Football Manager yet, even if its improvements are extremely minor in themselves.

• PS5
• 4.5 / 5
• États-Unis

God of War Ragnarök is to God of War (2018) as God of War II was to God of War. God of War II may not have changed much mechanically, but it made nuanced improvements to gameplay, story and level design, all while injecting much-needed variety into the enemies and environments. These improvements yielded a fantastic sequel that remains one of the best entries in the franchise. Likewise, God of War Ragnarök successfully takes the foundation of God of War (2018) and makes various refinements to improve the experience. The story is bigger, bolder and filled with engrossing twists and narrative moments, yet never forgets its characters and their personal stories. Visiting the nine realms is fantastic, though the quality of each varies greatly. Combat is as rich, deep and satisfying as before, with a handful of new twists that add variety to the mechanics. The only real downside is the unsatisfying companion actions and the poor Sigil Arrows, though the AI remains faithfully competent. It’s all packaged together in a beautiful presentation, that despite being saddled with cross-gen technology, still remains one of the best-looking games of the generation. God of War Ragnarök doesn’t change the game, but it successfully builds on its predecessor’s foundations to deliver a compelling, layered and engaging title that’s as fun to play as it is to look at. This is one war that Kratos and players won’t want to prevent.

• PS5
• 10 / 10
• États-Unis

• PS5
• 80%
• Canada

God of War Ragnarök is an innocuous sequel that continues on the path laid out by its predecessor. The writing and narrative leave something to be desired, but with solid gameplay and great presentation, there's plenty to see and do in these Nine Realms.

• PS5
• PS4
• 8 / 10
• France

• PS5
• 95%
• France

• PS5
• 97%
• Espagne

Una obra de arte, tanto en los aspectos narrativos como en la construcción de los Nueve Reinos y todas las mejoras que se incorporan en el sistema de combate. Es una secuela a la altura de un dios, capaz de emocionarnos y hacernos temblar con la furia de Kratos.

• PS5
• 95%
• Espagne

• PC
• MAC
• SWITCH
• XSX/S
• 5 / 10
• Espagne

Football Manager 2023 es una entrega conservadora para la saga de Sports Interactive, y ya van varias seguidas. Aún así, si bien ninguna de sus novedades destaca por por sí sola, todas ellas reman en la dirección correcta para hacer del juego una experiencia más inmersiva, realista y desafiante, capaz de hacer que inviertas una cantidad indecente de horas en hacer campeón al Morecambe.

• PC
• 8.6 / 10
• Italie

Football Manager 2023 è un prodotto fortemente in linea con i suoi predecessori, ma le poche aggiunte e le migliorie apparentemente marginali riescono comunque a dare uno scossone a tutto l’ecosistema di gioco. Abbiamo apprezzato parecchio lo Squad Planner e l’introduzione della dinamica dei Supporter, e siamo convinti che possano risultare, seppur con proporzioni diverse, due aspetti imprescindibili per il futuro della serie. Buono anche il leggero passo avanti compiuto con il motore grafico, che abbiamo trovato decisamente funzionale per le ragioni che vi abbiamo citato poco sopra. Cartellino giallo per quanto riguarda la gestione di interviste e conferenze stampa, ancora troppo identiche agli anni scorsi, mentre promuoviamo ma con riserva il comparto audiovisivo, sui cui grava la bocciatura totale di un sonoro completamente da rivedere. In definitiva, comunque, per gli appassionati di calcio virtuale, di manageriali e soprattutto per i fan della serie, questo capitolo può decisamente risultare uno dei più completi degli ultimi anni, e siamo sicuri che farà la gioia di molti novelli Guardiola, con l’augurio che la buona strada intrapresa possa essere accompagnata da cambiamenti più profondi già con la prossima versione del gioco.

• PC
• PS4
• PS5
• XONE
• XSX/S
• 8 / 10
• États-Unis

When you get into the guts of it, WRC Generations is by no means a drastic shake-up on its quality predecessors, even if there have been some small but welcome improvements to the career mode and customisation tools that have spiked my enthusiasm. It does, however, deserve credit for both the very respectable range of relevant rally cars it features, as well as its absolute mountain of rally locations. With almost every country to host the WRC over the last decade represented, WRC Generations may be KT Racing’s last WRC game, but there’s nothing least about it. The kitchen sink philosophy has resulted in a fantastic and uncommonly generous package for gravel groupies, asphalt addicts, and mud-slinging maniacs alike.

• PC
• 75%
• États-Unis

• PC
• PS4
• PS5
• XONE
• XSX/S
• 16 / 20
• France

Si l'on aurait aimé pour la dernière danse de la collaboration KT Racing-WRC des nouveautés réelles sur le mode Carrière et un peu plus de fantaisie sur les modes de jeu classique ou l'habillage, WRC Generations fait le job. Dans la modélisation de ses spéciales d'abord, dans la prise en main de ses bolides selon les surfaces et les conditions ensuite. Dans la lignée d'un épisode anniversaire abouti, l'ultime titre réussit, sans chambouler drastiquement sa formule, à être un opus durable et avec la meilleure durée de vie de la saga. Plus de 150 spéciales dans 22 pays, plus de 80 bolides avec l'ajout de moteurs hybrides pour le WRC, des modes multi ligue et clubs quotidiens et hebdomadaires, l'objectif est atteint par Kylotonn Racing : le titre est immortel.

• PC
• PS4
• PS5
• XONE
• XSX/S
• 8 / 10
• Espagne

• PS5
• 6.4 / 10
• Canada

• PC
• SWITCH
• 50%
• Belgique

• PS5
• 7 / 10
• États-Unis

• PC
• 7.5 / 10
• Italie

Honey, I Joined a Cult è un ottimo esempio di come sia possibile costruire qualcosa di unico partendo da meccaniche molto familiari. Il suo approccio sarcastico al boom dei culti più strani nell'America degli anni '70 è ben riuscito e ispira meccaniche di gameplay efficaci e piacevolmente assurde. I fan dei giochi di basebuiding si sentiranno subito a casa e ci metteranno un attimo ad arrivare al cuore del gioco. Chi volesse avvicinarsi a questo genere per la prima volta, invece, potrebbe avere delle prime ore difficili e frustranti. Il nostro consiglio è di provare a superare l'ostacolo del tutorial sulla gestione delle molte risorse perché apre le porte a un ottimo titolo, capace di regalare tantissime risate e divertimento.

• PC
• 8 / 10
• Italie

Honey, I Joined a Cult mette in campo lo stesso cinismo già visto in Cult of the Lamb per declinarlo in salsa totalmente gestionale, e lo fa con grande successo. A fronte di alcune scelte estetiche non proprio ispiratissime e di opzioni nelle missioni a volte dall’esito un po’ oscuro, il titolo sviluppato da Sole Survivor Games convince pienamente, anche grazie all’ampio ventaglio di opzioni. E adesso dovrete scusarci, ma dobbiamo tornare a venerare il sommo Parasaurolophus: sarà anche un dinosauro erbivoro, ma è meglio non farlo arrabbiare...

• PS5
• 7 / 10
• Italie

The Chant è un gioco con qualche buona intuizione: dall'atmosfera lisergica a un vivo senso di urgenza che tiene desto il giocatore per gran parte della campagna. Improntato su un sistema di combattimento limitato nelle mosse a disposizione, ma decisamente efficace nella pratica, il survival horror di Brass Token si lascia giocare con piacere. Superata la perplessità iniziale nel trovarsi praticamente di fronte a un action, The Chant, con l'esplorazione graduale dell'isola, le lotte soddisfacenti e i poteri prismatici da acquisire e accrescere, poggia su una struttura di gioco più che discreta. La solidità dell'esperienza, tuttavia, è minata da una caratterizzazione fin troppo stereotipata di tutti i personaggi del gioco, protagonista compresa. Con i loro drammi di cartapesta, i comprimari fungono da semplici trigger per mandare avanti la storia, raccontata tra l'altro da dozzine di anacronistici documenti e qualche sparuto "filmato" impresso su vecchie pellicole. L'incedere del gioco patisce inoltre l'assenza di figure forti con le quali rapportarsi e il bactracking, richiesto per la risoluzione di oziosi enigmi, finisce per sbeccare irrimediabilmente la seconda metà dell'esperienza. The Chant, con la sua gestione interessante della forza interiore, l'inizio intrigante e una rappresentazione psichedelica dell'orrore, non è però un brutto gioco, sebbene gli stereotipi, la sceneggiatura priva di guizzi e le ambientazioni poco varie nelle quali tornare più volte lo rendano per lunghi tratti un po' tedioso.

• PS5
• 80%
• États-Unis

A visually striking take on the survival horror genre, The Chant solidifies its own identity within the alternative science of prisms and natural remedies. Unique game mechanics serve to create an unusual but fun experience, even if at odds with the overall narrative at times.