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Proposez une note de presse sur ce jeuIl nuovo gioco di Prideful Sloth ha la stessa filosofia del suo predecessore: tranquillità, relax e attività legate alla natura e agli animali ci accompagnano per ore in un sandbox che fa del micro-management il suo nucleo. Nei panni dell'ultimo alchimista che può salvare Alaria dovremo farci forza scacciando l'Avvizzimento, coltivando nuovi mondi e costruendo distretti, case e piazze perché la città ritorni a essere un posto dove vivere. Nonostante la presenza di meccaniche interessanti, come la creazione di nuovi mondi e una componente esplorativa che cerca di legare le attività del gioco, tanta ripetitività e troppe semplificazioni fanno perdere un po' la magia dopo la prima dozzina di ore di gioco, specialmente dopo aver incontrato le numerose incertezze tecniche. Saprà comunque far passare tante ore agli amanti di questo tipo di esperienze sandbox.
Grow: Song of the Evertree è un titolo che riesce a inserirsi all’interno dei simulatori di vita in maniera più che buona. Chiaramente ci sono ancora molte incertezze sia nel gameplay, dove bisogna variare maggiormente le attività e i ritmi di gioco, che a livello tecnico, ma tutto sommato il lavoro svolto dagli sviluppatori di Prideful Sloth saprà sicuramente appassionare più di un amante di questo genere di titoli.
Grow: Song of the Evertree è una ricetta piena di ingredienti di qualità, se presi singolarmente, ma che non riescono a trovare un vero e proprio legante quando mischiati nello stesso calderone. L'ambizione del titolo e l'idea di base non hanno trovato un eccellente risultato nella messa in atto del progetto. Eppure, perché è riuscito a catturarci per tutto il tempo che abbiamo avuto modo di provarlo? Sarà perché è un impianto di gioco che si confà particolarmente ai nostri gusti o per il fascino "paravento" del mondo di gioco, ma è indubbio che, nonostante la ripetitività di certe azioni e situazioni, è riuscito a tenerci incollati allo schermo. Nelle sue infinite sbavature abbiamo trovato una particolare quiete, capace di rilassare e alienare quel tanto che basta per ripulire uno dei mondi o ampliare un po' di più la nostra comunità. Inoltre, non ci è certo sfuggito il pubblico di riferimento del gioco, evidentemente indirizzato a un giocatore abbastanza giovane, che utilizza i videogiochi un po' come noi usavamo i giocattoli: creando storie e dando spazio alla creatività. Mentre esploravamo questo mondo, che ci sembrava di aver già visto un'infinità di volte, abbiamo ritrovato quelle sensazioni, quelle atmosfere incantate e senza tempo che caratterizzavano il nostro svago infantile. Siamo tornati anche noi, solo per qualche ora, dei bambini.
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