
A sette anni dall’uscita di Kingdom Come Deliverance, ci troviamo a chiudere la disamina del suo sequel con considerazioni sì similari, ma da inquadrare nella cornice di un’epopea complessivamente migliore, sorretta da una scrittura e da un quest design di monumentale fattura. Sì, malgrado l’ampliamento del team e le maggiori risorse a disposizione del progetto, il sequel di Warhorse Studios mostra ancora una volta ruvidità piuttosto evidenti che, seppur in misura minore, impediscono al titolo di palesare per intero il suo straordinario potenziale, ma la proposta si attesta comunque su livelli davvero alti, che rendono il titolo un “must have” per gli appassionati dei giochi di ruolo. L’organicità della proposta, il suo carattere unico e l’ottimo rapporto fra quantità e qualità fanno di Kingdom Come Deliverance 2 un’esperienza preziosa, che ribadisce a chiare lettere il talento dello studio praghese.
Sniper Elite: Resistance non aggiunge o toglie nulla alla tipica formula della serie. Le kill cam spettacolari, varie e cruente, restano spettacolari e il level design di diversi livelli permette approcci differenti al completamento delle missioni. Al contempo la serie comincia a sentire il bisogno di una rinfrescata su più fronti, che speriamo possa arrivare assieme a una nuova iterazione numerata.
Dynasty Warriors: Origins è un titolo meno rivoluzionario del previsto, in quanto la maggior parte degli ingegnosi innesti tentati da Omega Force provengono in realtà dai suoi più riusciti musou su licenza. Ciò detto, allo sviluppatore giapponese va quantomeno riconosciuto il merito di aver mescolato sapientemente così tante diavolerie senza saturare l’impianto ludico del prodotto. Rispetto a Dynasty Warriors 9, il nuovissimo Dynasty Warriors: Origins rappresenta un gigantesco miglioramento, nonché un punto di ripartenza per la serie principale del franchise, che per troppi anni aveva purtroppo smarrito la retta via. Complice la possibilità di affrontare la campagna da un punto di vista completamente inedito, il titolo è adatto tanto ai veterani quanto ai neofiti, che potrebbero approfittare dei notevoli progressi ludici e tecnici per avvicinarsi al brand e lasciarsi trasportare dalle vicende dei Tre Regni.
A distanza di quindici anni dal folgorante debutto di Donkey Kong Country Returns su Wii, il platform firmato da Retro Studios ritorna su Nintendo Switch in edizione rimasterizzata. Se a livello contenutistico Donkey Kong Country Returns HD si limita a riunire in un'unica sede quanto offerto dall'originale e dal successivo porting per 3DS, l'opera di aggiornamento grafico risulta d'impatto, con l'Isola DK che dà sfoggio di una rinnovata ricchezza cromatica. Forte di un level design di altissimo profilo e di un mondo straripante di segreti, Donkey Kong Country Returns HD presenta ai possessori di Nintendo Switch un platform amatissimo da pubblico e critica, in grado di superare ottimamente la prova del tempo.
Freedom Wars Remastered avrebbe dovuto presentarsi nel 2025 con qualche contenuto in più, non solo con una modalità di difficoltà maggiore. Non è sufficiente debuttare su console casalinga con una risoluzione migliorata e a 60fps, soprattutto se i modelli restano gli stessi che erano stati proposti a una definizione nettamente inferiore e su uno schermo più contenuto. Questa operazione ci è parsa destinata soltanto ai nostalgici o a chi non vuole proprio lasciar andare il ricordo di Freedom Wars nel dimenticatoio. Un vero peccato, soprattutto perché se l'intenzione era quella di sondare il terreno per un eventuale sequel sarà difficile riuscire a convincere Bandai Namco a investire sull'operazione.
Fairy Tail 2 aveva il dovere di sprigionare il grande potenziale latente del primo episodio, ma disgraziatamente lo sviluppatore ha mancato il bersaglio, realizzando un titolo complessivamente inferiore al precedente. Attingendo alla lezione e alle meccaniche della trilogia di Atelier Ryza, il sistema di combattimento a turni ha compiuto enormi passi in avanti, ed è un vero peccato che tutti gli altri aspetti della produzione siano stati trascurati o comunque penalizzati da decisioni a dir poco opinali. Siamo convinti che i fan della licenza lo ameranno pur con tutti i suoi difetti, ma è alquanto improbabile che il titolo riesca a conquistare le simpatie di coloro che ancora non hanno un forte attaccamento nei confronti di Natsu e compagni.
Legacy of Kain Soul Reaver 1&2 Remastered ha l'indubbio merito di preservare e riproporre in chiave aggiornata una saga che ancora oggi ha tutte le carte in tavola per affascinare il pubblico, grazie a personaggi carismatici e un immaginario suggestivo. Il processo di aggiornamento dell'esperienza attuato da Aspyr è altalenante, e non riesce ad arginare gli effetti dello scorrere del tempo, evidenti soprattutto per il primo Soul Reaver. Con la speranza di poter un giorno assistere all'annuncio di un vero remake dell'epopea di Raziel, The Legacy of Kain Soul Reaver 1&2 Remastered riesce se non altro ad attenuare la nostalgia dei fan della prima ora, con un ricco pacchetto di contenuti extra e la possibilità di rivivere, con una spesa contenuta, due giochi che hanno fatto la storia.
Ultima grande impresa di Hironobu Sakaguchi, Fantasian: Neo Dimension ci ha rammentato le ragioni per cui abbiamo amato il papà di Final Fantasy e la sua concezione di JRPG, senza però eguagliare la grandezza dei suoi titoli più riusciti. Tanto le storiche sbavature registrate nella versione originale, come la scarsa caratterizzazione degli antagonisti, la verbosità dei dialoghi o l’incostante bilanciamento della difficoltà, quanto i problemi riscontrati nella riedizione, come i cali di frame rate e i lunghi tempi di caricamento che al momento affliggono la versione per Nintendo Switch, pesano non poco sulla valutazione finale del prodotto, che tuttavia rimane solido e godibile. Ne consigliamo il recupero ai veri estimatori del genere.
S.T.A.L.K.E.R. 2 Heart of Chornobyl è un prodotto caratterizzato da un valore produttivo innegabile, veicolato per mezzo di una trama dagli spunti narrativi interessanti e di una struttura ludica orgogliosamente unica. La gran quantità di problematiche tecniche e qualche ingrediente obsoleto ereditato dalla formula dell'originale gli impediscono di compiere quel grande salto di qualità che avremmo voluto raccontarvi. Eventuali aggiornamenti futuri volti non solo ad alleggerire qualche problema tecnico ma anche a bilanciare maggiormente il gameplay potrebbero trasformare S.T.A.L.K.E.R. 2 in un'esperienza imperdibile.
Microsoft Flight Simulator 2024 è un simulatore complesso, completo e realistico, ambizioso tanto quanto il gioco che lo ha preceduto e che ha avvicinato così tante persone al mondo dell'aviazione. La modalità Carriera è interessante e ben strutturata, così come tutte le altre disponibili che permettono di vivere il gioco come meglio si crede e godere dei modelli iper dettagliati all'ultimo bullone dei mezzi, oppure dei panorami più incredibili del nostro meraviglioso mondo da una prospettiva diversa dal solito. La tecnologia dietro la renderizzazione su cloud è interessante e promettente, alleggerisce il peso del gioco su console e consente integrazioni con informazioni satellitari in tempo reale che aumentano tantissimo l'immersione e la fedeltà simulativa. Tuttavia, pur sapendo che Asobo è uno studio stacanovista in grado di produrre patch e soluzioni in tempi brevi, non possiamo ignorare lo stato attuale dei server di gioco, ancora non all'altezza delle ambizioni della produzione. È parimenti difficile sorvolare sul fatto che senza una connessione più che buona il volo libero può rivelarsi problematico, o sui fenomeni saltuari di lag, freeze e stuttering riscontrati su Xbox. C'è margine di manovra, senza dubbio, e tra poche settimane potrebbe già essere tutto risolto. Teniamo le dita incrociate.
LEGO Horizon Adventures è dunque un progetto divertente, ma limitato. Il lato scintillante della medaglia è composto da una realizzazione tecnica di prim'ordine e dalle indovinate atmosfere scanzonate, mentre quello più ombroso comprende un gameplay estremamente ripetitivo e una mole di contenuti piuttosto ridotta. È un gioco che dà il meglio di sé se sperimentato in compagnia di amici, ma non rappresenta un grosso salto in avanti, quantomeno dal punto di vista ludico, per le produzioni a marchio LEGO.
Seguendo l’esempio di Star Ocean: The Second Story R, Dragon Quest III HD-2D Remake è un rifacimento estremamente fedele al materiale originale che, anziché puntare a conquistare le nuove generazioni, sceglie con convinzione di rivolgersi quasi esclusivamente ai fan storici e a coloro che tuttora prediligono le esperienze ludiche che rispettano i canoni tipici della vecchia scuola. Nonostante gli accorgimenti apportati al gameplay lo abbiano reso più accessibile e godibile, il sistema di combattimento manca della profondità strategica per cui la serie e il suo genere di appartenenza sono rinomati; come risultato, le opzioni disponibili in battaglia sono molto limitate e gli scontri casuali si consumano praticamente allo stesso modo, risultando alla lunga ripetitivi e noiosetti. Mentre gli affezionati potrebbero trovare nei flashback di Ortega e nella rinnovata veste grafica dei piacevoli incentivi per rispolverare un grande classico d’altri tempi, i neofiti rischiano di fare a pugni con logiche e meccaniche ormai superate, che purtroppo la serie di Dragon Quest non sembra ancora pronta a seppellire nel suo pur glorioso passato.
Farming Simulator 25 non è un gioco per tutti, questo è chiaro. È un titolo complesso, e solo chi lo approccerà con determinati tipi di mentalità saprà sopravvivere alle sue stagioni. Curiosamente, però, una volta capito come funziona può essere anche estremamente rilassante, grazie alla metodicità dei suoi cicli e delle sue meccaniche, alla calma che trasmettono i suoni della natura, i cinguettii e il fruscio delle foglie sotto la pioggia battente, anche quando in sottofondo c'è il rombo di un trattore. Peccato solo per i problemi tecnici che ne minano attualmente la godibilità e ne indeboliscono a tratti l'impatto visivo, e che speriamo vengano risolti al più presto.
Mario & Luigi: Fraternauti alla Carica arricchisce la già nutrita offerta di Nintendo Switch con un'avventura che affonda le proprie radici nella tradizione ruolistica del brand, ma riesce ad ammodernarla sotto praticamente ogni aspetto. Al netto di qualche incertezza sotto il profilo tecnico e di un livello di sfida poco bilanciato, si tratta di un grande appuntamento per tutti i fan dei Mario Brothers che potrebbe rappresentare un'ottima sorpresa anche per chi cerca semplicemente un gioco di ruolo a cui dedicare qualche decina di ore di spensieratezza.
Empire of the Ants è l'opera di un piccolo studio che si è lasciato ispirare dal celeberrimo romanzo di Bernard Werber per dare un tocco di originalità a un genere complesso come quello degli RTS: nonostante la narrazione soffra per le modalità di espressione “ridotte” dei suoi protagonisti, l'ottimo comparto visivo riesce a donare grande complessità ad un mondo di gioco che si lascia apprezzare per la cura riposta nella modellazione di ogni dettaglio. Dal punto di vista strategico il titolo si fonda su una struttura semplice e ben rodata, la quale purtroppo soffre di una ridondanza di base causata dalla mancanza di varietà e dalla scarsa profondità insita nelle situazioni di gioco, mentre il lato esplorativo è spesso piagato da una gestione delle collisioni problematica che talvolta impedisce di godere appieno degli splendidi scenari.
Pur affondando le radici in un impianto ludico di valore, sostenuto da un comparto tecnico convincente, Metro Awakening fatica a conservare lo slancio iniziale fra le numerose tappe di un’avventura che, in assenza di variazioni degne di nota, risulta più lunga del dovuto e - soprattutto nelle ultime ore - alquanto ripetitiva. Vertigo Games ha fatto un buon lavoro nell’adattare le atmosfere e i caratteri della post apocalisse di 4A Games alla cornice interattiva della realtà virtuale, senza però riuscire a comporre un’offerta pienamente bilanciata e appagante. Metro Awakening resta comunque un prodotto valevole, che però fatica a competere con le migliori esperienze su PSVR2.
Quella di Horizon Zero Dawn Remastered è una modernizzazione visiva condotta con competenza, che in termini grafici avvicina l'esperienza a quella offerta dal sontuoso Horizon Forbidden West. Dall'aspetto della protagonista, fino alla resa dei dialoghi coi personaggi, all'illuminazione e alla vegetazione, gli sviluppatori hanno mantenuto le promesse. In altre parole, chi già voleva rigiocare l'avventura di Aloy può spendere i 10 euro dell'upgrade senza problemi, mentre coloro che vogliono avvicinarsi alla serie per la prima volta farebbero bene a considerare questa versione del titolo. Detto ciò, aspetti della ricetta ludica già critici nell'originale - tra tutti il combattimento melee e gli scontri con gli esseri umani - mostrano in modo evidente i segni del tempo. Non al prezzo della godibilità dell'insieme, badate bene, ma sono lì in bella vista.
Dragon Age: The Veilguard si presenta all’appuntamento col lancio con una proposta che purtroppo mostra i segni di uno sviluppo a dir poco travagliato, che nel corso degli anni ha visto il progetto cambiare a più riprese forma e prerogative. Sebbene l’opera di Bioware abbia tutti i tasselli di una grande epopea ruolistica, questi vanno a comporre un mosaico ludonarrativo a tratti disorganico, tale da intaccare la potenza del racconto e la solidità del gameplay. Quando il gioco inserisce la marcia giusta, e lo fa, è facile riconoscere in The Veilguard i tratti migliori della saga di Dragon Age, ma resta comunque difficile sorvolare su tutti quegli incisi che, di contro, diluiscono in modo consistente l’efficacia corale dell’offerta. Anche sul versante ludico abbiamo rilevato qualche dissonanza significativa, per quanto la “svolta” action orchestrata da Bioware si dimostri nel complesso funzionale.. Questo gioco di luci e ombre si estende a ogni aspetto dell’esperienza, sebbene a trionfare siano infine gli elementi positivi dell’insieme. In buona sostanza, The Veilguard non è certo il miglior capitolo della saga targata Bioware, ma non per questo merita di essere etichettato come un gioco di ruolo di poco valore. È un'opera che sa essere soddisfacente, tuttavia siamo convinti che, con una visione dinsieme maggiormente coerente, avrebbe potuto dare molto di più.
Everyeye.it est un site internet de jeux vidéo édité en Italie
47 417
jeux référencés
244 727
notes de presse
8
membres
7
avis des joueurs
21 204
jeux classables
1
contributions
43
actualités
7
succès débloqués